
La classe di Asor Rosa non portava scritto “I Care”. Dalla classe al patto formativo o sarà ancora un’occasione perduta

“Nella storia umana non era mai capitato che gli educatori si imbattessero in una sfida paragonabile a quella rappresentata dalla svolta attuale. Semplicemente, non ci eravamo mai trovati in questa situazione prima d’ora. L’arte di vivere in un mondo più che saturo di informazioni dev’essere ancora appresa. Proprio come quella, ben più ardua, di preparare gli esseri umani a vivere una tale vita.” (Zygmunt Bauman)
I commenti sono chiusi.
La scuola delle istituzioni non cambierà mai. Tutto ciò che viene definito come innovativo (quasi sempre di strumento e non di contenuto) è pur sempre dentro il recinto della scuola mercantile, classificatoria e finalizzata al lavoro nel mercato. Una scuola costruita per il perfido concetto del “capitale umano” da offrire ad un sistema globale produttivo teso unicamente al profitto.Nessuna libertà e nessuna autonomia è di fatto consentita. Solo guinzagli lunghi. L’educazione diffusa potrebbe essere un reale cambiamento perché si insinua virtuosamente all’interno del sistema e tende a svuotarne l’essenza per proiettare il tutto verso l’esperienza, l’incidentalità, la libertà di ricerca e di conoscenza, la città e il territorio. Neppure Gramsci e il suo revanchismo social-pedagogico sarebbe a mio avviso più attuale. Non si deve sostituire un potere con un altro potere ma liberare le menti e i corpi in una accezione educativa del tutto nuova e radicale. Verso una educazione totale e permanente. Le prime timide “prove ” sul campo stanno già offrendo risultati incoraggianti. http://www.tuttaunaltrascuola.it/campagnoli-leducazione-totale/
"Mi piace""Mi piace"