Premessa
Noi ministri, vice ministri, sindaci, vice sindaci, responsabili dell’istruzione, esperti di formazione e rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite, rappresentanti del settore privato e delle organizzazioni nazionali, internazionali e della società civile, provenienti da novantacinque paesi, ci siamo riuniti a Città del Messico dal 28 al 30 Settembre 2015 per la 2^ Conferenza Internazionale delle Learning Cities (ICLC). Oltre 650 partecipanti, che comprendono uomini e donne di tutte le età, provenienti da tutte e cinque le aree Unesco, si sono riuniti per condividere le loro esperienze, per imparare reciprocamente, stringere rapporti di cooperazione, creare sinergie e migliorare l’apprendimento permanente nelle comunità di tutto il mondo.
Ci siamo incontrati in un momento critico per il processo di difesa della pace mondiale e dei diritti umani, per la riduzione delle povertà e per la creazione di un programma globale di sviluppo sostenibile. Al recente vertice Sostenibile delle Nazioni Unite del 2015, gli Stati membri hanno concordato diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) che saranno determinanti nei prossimi quindici anni per lo sviluppo dell’umanità. Esprimiamo il nostro pieno sostegno per tutte le SDGs, ma in particolare per la SDG 4 (‘garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti’) e SDG 11 (‘rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili’). Siamo d’accordo che l’istruzione, l’apprendimento permanente dei cittadini e delle città di tutto il mondo hanno un ruolo cruciale da svolgere nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile nei tre ambiti: sociale, economico e ambientale. Accogliamo quindi con favore l’attenzione della 2^ ICLC sulla sostenibilità.
Noi riconosciamo che le città di tutto il mondo devono affrontare sfide difficili. Queste includono il malgoverno, la corruzione, la povertà, la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali, mancanza d’acqua e servizi igienico-sanitari, la disuguaglianza di genere, la disoccupazione, i conflitti, la violenza, i modelli non sostenibili di consumo e produzione, il degrado ambientale e le conseguenze del cambiamento climatico. Eppure le città hanno anche le strutture e i servizi per coinvolgere i cittadini nel campo dell’apprendimento permanente. Riteniamo pertanto che città dinamiche, interculturali e innovative, che oggi ospitano più della metà della popolazione mondiale, siano in una posizione forte per promuovere l’apprendimento permanente come un mezzo per affrontare le sfide dello sviluppo.
Il punto della situazione
Noi celebriamo i progressi compiuti nel promuovere l’apprendimento permanente nelle città di tutto il mondo dalla 1^ ICLC, che si è svolta a Pechino nel 2013. Accogliamo con favore il fatto che un numero crescente di città stanno adottando l’approccio di learning city come mezzo per perseguire uno sviluppo sostenibile. Lodiamo le innovative strategie di apprendimento permanente attuate nelle città al fine di responsabilizzare i cittadini e consentire di raggiungere il loro pieno potenziale; migliorare la coesione sociale, la solidarietà e l’uguaglianza; accrescere la prosperità economica e culturale; promuovere la salute e il benessere; proteggere l’ambiente.
Apprezziamo le indicazioni fornite dai due documenti finali della prima ICLC: la Dichiarazione di Pechino sulla costruzione delle Learning Cities, che afferma l’importanza vitale della formazione permanente per il futuro delle comunità urbane, le caratteristiche principali delle città che apprendono e che serve come lista di controllo delle azioni necessarie per costruirle.
Accogliamo inoltre con favore il sostegno fornito dalle Rete Globale delle learning cities dell’Unesco. Questa rete promuove il dialogo politico e l’apprendimento tra pari tra le città aderenti; fucine, legami e partnership con il settore privato, del mondo accademico e delle organizzazioni internazionali e della società civile; prevede lo sviluppo di capacità e di strumenti per incoraggiare e riconoscere i progressi compiuti nella costruzione di città che apprendono.
Indirizzi strategici per le learning cities
Ci rendiamo conto che c’è ancora molto da fare per attuare la Dichiarazione di Pechino sulla costruzione e le caratteristiche principali delle learning cities. Abbiamo quindi individuato le seguenti dieci direzioni strategiche per costruire città sostenibili che apprendono:
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Verificare che lo sviluppo dell’istruzione e dell’apprendimento permanente promuova un senso di solidarietà globale e di responsabilità individuale e sociale. Si tratta di incoraggiare i cittadini a contribuire all’integrazione sociale, adottando misure per comunità più sicure e più inclusive. Accrescere l’impegno civile, facendo partecipare le persone ai processi decisionali e rendendo i soggetti interessati responsabili del loro impegni e delle loro azioni.
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Attuare strategie di apprendimento permanente che promuovano la tutela dell’ambiente per motivare i cittadini a proteggere l’ambiente naturale, combattere il cambiamento climatico e adottare modelli sostenibili di produzione e di consumo.
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Offrire un’istruzione innovativa, diversificata e flessibile, opportunità di apprendimento permanente che migliorino la conoscenza e la comprensione dei problemi di salute dei cittadini, consentendo loro in tal modo di avere un migliore controllo delle loro condizioni di salute e di sviluppare atteggiamenti di cura e di sostegno verso gli altri. Inoltre, garantire che le condizioni strutturali e ambientali in atto contribuiscano positivamente alla salute e al benessere dei cittadini.
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Assicurarsi che i cittadini abbiano un accesso adeguato ai servizi di pubblica utilità come acqua pulita, servizi igienico-sanitari e di energia, in quanto questi sono i presupposti per la partecipazione all’istruzione e alla formazione permanente.
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Attivare tutti i cittadini a sostenere e beneficiare di una crescita economica sostenibile, inclusiva, fornendo loro istruzione accessibile e conveniente e opportunità di apprendimento permanente. Portare tutti i cittadini a fare un uso efficace delle TIC e di altre tecnologie di apprendimento moderne al fine di sviluppare le conoscenze, le competenze, i valori e gli atteggiamenti di cui i cittadini hanno bisogno per trovare un lavoro produttivo e soddisfacente e partecipare pienamente alla società.
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Coinvolgere tutti i cittadini, soprattutto le persone vulnerabili, quali i gruppi indigeni, le donne, le persone con disabilità, profughi e sfollati, metterli al centro di iniziative cittadine di apprendimento. Protezione sociale, inclusione economica e politica, garantendo che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro età, orientamento sessuale o condizione economica, culturale, religiosa o etnica, acquisiscano le competenze di base e di cui hanno bisogno per far valere i propri diritti.
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Coinvolgere i diversi settori, sanità, istruzione, arte e cultura, sport e tempo libero, trasporti, assistenza sociale, l’urbanistica, l’alloggio e il turismo, e istituire partenariati tra governi, settore privato e società civile.
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Includere i giovani come parti interessate, attive e significative nella creazione delle città che apprendono.
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Fare propri nelle parole e nelle azioni valori etici fondamentali come il rispetto per le persone e la natura, e promuovere i diritti umani dei cittadini, migranti, rifugiati e abitanti delle città vicine.
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Incorporare la cultura e le arti come pilastri portanti della città che apprende e garantire che in questi si impegnino tutti i residenti e visitatori della città.
Chiamati all’azione
Siamo impegnati a perseguire gli indirizzi strategici di cui sopra per garantire che l’apprendimento permanente sia un fattore di sostenibilità sociale, economica e ambientale nelle città di tutto il mondo. Per promuovere la costruzione di learning cities sostenibili, invitiamo:
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I partecipanti a questa conferenza di essere ambasciatori dell’apprendimento permanente, e delle città che imparano continuando ad offrire ogni altro supporto e orientamento.
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L’ Unesco ad allargare la Rete delle Learning Cities, garantendo un’adesione inclusiva, diversificata, aperta a tutte le città degli Stati membri dell’Unesco che desiderano implementare le caratteristiche principali delle learning cities. Inoltre, invitiamo la Rete Unesco delle Learning Cities a sincronizzare le proprie azioni con altre iniziative delle Nazioni Unite in materia di sviluppo urbano, come UN-Habitat (il programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani) e il programma di azione mondiale dell’UNESCO sull’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile, e di avvalersi degli indicatori sviluppati da altre organizzazioni come l’OMS, indicatori del benessere e della salute.
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L’Unesco a monitorare lo stato di avanzamento delle città che apprendono, a riconoscere la diversità delle esperienze di apprendimento, a riconoscere le attività di apprendimento permanente eccellenti e a organizzare una biennale Unesco della “Learning City Award” sulle città che hanno fatto progressi eccezionali nell’attuazione delle caratteristiche principali di una learning city.
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I governi e le città che seguono le linee guida Unesco per costruire learning cities a stabilire quadri legislativi che supportino lo sviluppo delle città che apprendono, creare strutture coordinate in tutti i settori e allocare budget a tutti i livelli per rafforzare l’istruzione di qualità e l’apprendimento permanente accessibile a tutti.
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I governi a promuovere il coinvolgimento dei giovani nella costruzione di città che apprendono.
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Le organizzazioni educative regionali a collaborare con l’Istituto per l’apprendimento permanente sulla costruzione di reti e partenariati regionali e internazionali tra le città che apprendono.
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Il settore privato di dare priorità alla formazione permanente come parte della sua responsabilità nella formazione aziendale, e le organizzazioni della società civile a contribuire a fornire un’istruzione di qualità e opportunità di formazione e di apprendimento permanente per tutti.
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Tutti i cittadini a diventare studenti attivi, a contribuire al processo di apprendimento e a svolgere un ruolo attivo nel trasformare le loro comunità in ambienti di apprendimento che consentano l’accesso libero e aperto al materiale digitale e stampato, così come l’accesso alla cultura e alle arti.
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